Parliamo di incentivi

PARLIAMO DI INCENTIVI

 

CiriSindaco

 

Come più volte abbiamo avuto occasione di dire, un solo bambino nei primi 3 anni di vita utilizza qualcosa come 6.000 pannolini, una tonnellata di rifiuti indifferenziabili, con costi di raccolta e smaltimento che generalmente si aggirano intorno ai 200 euro. Moltiplichiamo questi dati per il numero di nati di ogni Comune e si fa presto a capire che oltre ad un problema di volume di rifiuti, è anche un problema di costi!

Molti Comuni si sono attivati per proporre incentivi sugli acquisti, ma cosa deve fare un singolo genitore che voglia portare la propria testimonianza? Beh, il primo passo è decidere di mettersi in gioco ed entrare nella grande famiglia Non Solo Ciripà! Ognuno può capire che da consumatore può diventare consum-Attore e PROPORRE QUALCHE SUGGERIMENTO al PROPRIO Sindaco!

Perchè?

Perché c’è una strada che si può percorrere insieme, verso un cambiamento economico, salutare, ambientale, ci permettiamo di aggiungere … CULTURALE!

Ovvero cambiare l’approccio nella propria quotidianità, riflettere su come piccoli gesti, organizzati, possano avere grandi ripercussioni nel futuro (e nel presente). Ogni anno si anticipa l’Earth Overshoot Day, cioè il giorno in cui consumiamo più di quello che abbiamo a disposizione per quell’anno, che è come dire che in un bilancio famigliare ogni anno si spende di più di quello che si guadagna.

E questo non è più sostenibile.

Ma come affrontare questo tema? Ci sono Amministrazioni sensibili, ci sono genitori “timidi” ma determinati, a volte dipende semplicemente da chi ci si trova di fronte, ma argomentando bene le proposte e chiedendo aiuto eventualmente a noi, che abbiamo già avuto esperienze e confronti si possono fare interessanti passi avanti.

Si può iniziare parlando del risparmio economico per la famiglia e per l’ Amministrazione nello smaltimento, si può parlare del rispetto ambientale, della salute, per poi iniziare a progettare un percorso insieme, informato, sempre in modi propositivi (senza vestire ruoli da “integralisti”), anche perchè a volte la buona volontà da parte di un’ Amministrazione ci sarebbe ma mancano i fondi. Sarebbe sufficiente fare “copia/incolla” delle altre esperienze, adattandole alle caratteristiche del territorio, delle necessità.

Gli incentivi, in qualunque forma, provengono da RISORSE PUBBLICHE, perciò vanno anche usati nel modo giusto!

Elenchiamo alcuni suggerimenti:

  1. Informare e formare i genitori e possibilmente chiunque si occupa del “momento del cambio” di un bimbo, organizzando incontri aperti anche a parenti ed educatori di nidi d’infanzia. Senza adeguata formazione, un genitore non è invogliato a spendersi per fare quella che ritiene una fatica in più, non ne vede i vantaggi diretti e si rischia di regalare costosi kit a chi non ne vuole sapere, per stoccare poi questi pannolini in cantina. Un genitore informato compra anche da solo i pannolini senza aspettare un incentivo dal Comune (comunque utile per gli indecisi). Un semplice volantino a tutti i nuovi nati, consegnato alle dimissioni in ospedale o al momento della registrazione in anagrafe, può essere efficace.
  2. Fare rete fra le realtà istituzionali (ASL, Comune, Servizio Infanzia, Pediatri, Ostetriche, Corsi pre-parto, Centri per le Famiglie, etc), per CONDIVIDERE il messaggio che il pannolino lavabile è una scelta che si può fare (sarebbe imbarazzante se un Comune regalasse ad esempio un kit per tutti i nuovi nati, se poi lo stesso non li prevedesse nei suoi nidi!). Mostrare durante i corsi pre-parto il cambio con il pannolino lavabile lancia il messaggio che si tratta di una cosa normale, non straordinaria, quindi fattibile.
  3. Sconto su TARI Promuovere la definizione di un metodo di tariffazione puntuale, e sconti per chi utilizza pannolini lavabili, in analogia a quanto avviene per le compostiere domestiche.
  4. Le pannolinoteche sono un ottimo luogo dove conoscere, toccare i pannolini lavabili, anche prevedendo il prestito per un periodo di prova, così che i genitori possano valutare se questa è la scelta giusta. Ce ne sono alcune ospitate in luoghi istituzionalizzati.
  5. Prevedere anche nei nidi l’utilizzo di pannolini lavabili, di proprietà del bimbo o del servizio stesso, valutando se lavarli all’interno della struttura o se esternalizzare il  servizio. A conti fatti ci potrebbe essere un notevole risparmio sia sull’acquisto che sullo smaltimento, e il nido è un potente veicolo del messaggio. Anche in questo caso è indispensabile un’adeguata formazione per trovare personale accogliente e genitori disponibili a questo cambiamento e capire come organizzarne logisticamente la gestione (insieme all’Asl, trattandosi di una comunità).
  6. Donazione di Kit o buoni sconto sull’acquisto e/o rimborso fattura. Mettere direttamente in mano al genitore l’oggetto pannolino è un gesto pubblicitario, non sempre la scelta migliore! Infatti i pannolini lavabili sono per tutti, ma non tutti sono per i pannolini lavabili. Come raccomandiamo, non esiste secondo noi un pannolino migliore degli altri e i criteri di preferenza cambiano secondo le abitudini, la latitudine, le dimensioni del pargolo etc. così i soggetti che donano un “pannolo” a priori uguale per tutti i bambini di quel Comune, evidentemente non indovinano la soluzione migliore per questa o quella famiglia, rovinando eventualmente l’esperienza con una scelta sbagliata, e a volte se il problema è di quel singolo modello, si crede che l’intera esperienza dei lavabili non sia giusta e si abbandonano con evidente spreco di soldi pubblici! Se invece il genitore, dopo attenta formazione, sceglie da solo il pannolino, o meglio i tipi di pannolino, si può optare per un rimborso presentando la fattura oppure erogando buoni sull’acquisto spendibili nei negozi locali (alla contabilità di quel Comune scegliere l’opzione migliore). Presentare la fattura consente al genitore di acquistare il pannolino dove vuole. Inoltre spessp sui siti internet si compra a scatola chiusa, mentre il buono invece costringe all’acquisto nei negozi del territorio. Questo invita il genitore ad essere maggiormente protagonista, incentivando di fatto maggiore assortimento (una domanda articolata crea un’offerta qualitativamente migliore e più ampia).
  7. Diaper Service. Ci sentiamo di proporre anche un’opportunità ancora poco diffusa, e a nostra conoscenza non ancora prevista come incentivo pubblico. Il diaper service, servizio di lavanderia, con ritiro – lavaggio – riconsegna. Magari alcuni genitori non se la sentono di comprare i pannolini lavabili, pensano che la gestione sia troppo difficoltosa ma se avessero una struttura di appoggio che pensa al lavaggio, opterebbero per quelli.
  8. Aiuto alle famiglie disagiate.  I servizi sociali già offrono aiuti concreti alle famiglie segnalate, e alcune realtà hanno preso in considerazione l’utilizzo dei lavabili (CAV, Case Famiglie, etc), per un risparmio economico, tanto sentito in questo periodo di crisi e di tagli. Una scelta interessante ma per non cadere nell’assistenzialismo è opportuno rendere le persone autonome accompagnandole in un percorso più sostenibile anche su questo tema.Ovviamente non è necessario partire con tutte queste idee insieme, si può partire per gradi e realizzare un passo per volta.

Occorre poi tenere sempre presente che si tratta di suggerimenti rivolti a neo-genitori (o genitori in attesa), che potrebbero vivere il momento della nascita con fatica (per un avvio all’allattamento complesso o per il ritmo del sonno o altro), e quindi è necessario un atteggiamento propositivo e rispettoso dei loro ritmi e delle loro scelte.

E anche l’interlocutore dell’Istituzione potrebbe non essere pronto ad accogliere subito le diverse proposte, per politiche diverse, per questioni finanziarie o logistiche. Ci si può riproporre di nuovo in altro momento, quando i tempi sono maturi.

Di certo le azioni avviate vanno monitorate, attraverso visite o questionari, mettendo a disposizione un numero di telefono per i dubbi, per poter migliorare l’offerta in futuro e per non rendere vani gli sforzi.

 

Noi di Non Solo Ciripà siamo qui per questo!

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